This review contains spoilers

Apprezzato:
-Come riesca a fare di Doom una base di partenza da arricchire con tantissimi elementi in più: nuove armi, nuovi nemici, mappe più grandi e sviluppate. Riesce nell'impresa di far sembrare che a Doom manchi qualcosa più che sembrare un more of the same.
-La doppietta. Fa il suo esordio tra le armi di Doom II da subito e diventa indispensabile, ti fa pensare a come hai fatto a giocare il primo capitolo senza. Riesce a migliorare di fatto quella che era l'arma meglio realizzata del primo capitolo ottenendo a sua volta il titolo.
-Le mappe ambientate sulla Terra. Pazzesche. Una resa incredibile, il livello che comincia in ascensore, con una specie di piazza intorno alla quale sono posizionati diversi palazzi mi è rimasto impresso da quanto sia pregno di personalità.
-I nuovi nemici introdotti, in particolar modo il Revenant. Un concept design pazzesco per un mob che poi diventerà iconico nella saga.
-Tutto ciò che avevo trovato di bello in Doom, l'ho ritrovato in questo seguito.
-L'assenza di uno sviluppo in più capitoli a favore di uno sviluppo lineare, che ho trovato più coerente con il tipo di gioco.
-La boss fight finale. Davvero molto bella scenicamente, il fatto di inserirci di contorno ogni singolo nemico apparso nel gioco ti trasmette davvero la sensazione di finale.

Non Apprezzato:
-L'elementale del dolore. Un mob che ho trovato un po' poco originale e con meno personalità rispetto agli altri, di fatto non è che un Cacodemone con un'armatura che però spara contro il giocatore delle anime erranti al posto delle solite sfere di plasma.

Conclusioni: Un seguito praticamente perfetto di un gioco che era già ottimo, immancabile se si ha apprezzato il primo capitolo. Me lo sono divorato in poche sessioni di gioco a differenza del precedente e mi ci sono divertito di più, però penso lo si apprezzi tanto se prima si ha giocato il primo, dato che gli importanti upgrade che vengono aggiunti passerebbero meno in risalto.

Reviewed on Jun 04, 2021


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