Perché far uscire un gioco come Fallout 76? Quale visione aveva Todd Howard di questo titolo? Non riesco a rispondere a queste domande se non cinicamente pensando ai soldi che avranno fatto tramite il mercato interno al gioco.

Fallout 76 è un pessimo gioco, c'è poco da girarci intorno.
Possiamo tralasciare i problemi che il gioco rappresenta a livello di lore tramite i retcon (già presenti negli altri titoli Bethesda ad essere onesti) e il riutilizzo di assets come super mutanti o CdA.
Ma non possiamo passare sopra i tanti, troppi, problemi tecnici.
Come prima cosa il gioco è una fucina di bug di vario genere. Alcuni semplicemente fastidiosi mentre altri rendono impossibile giocare senza uscire e rientrare in gioco.
Poi il combattimento a causa del lag e dello spav in tempo reale ha un pessimo feeling peggiorato dal fatto che i nemici tendono a teletrasportarsi goffamente.

Tutto ciò per permettere a Fallout 76 di essere un gioco multiplayer che però non sembra un gioco multiplayer. Ogni server può ospitare giusto una manciata di giocatori che, verosimilmente, non incontrerete mai o quasi durante le vostre avventure. E anche se fosse possibile l'interazione è limitatissima.
Molta gente non usa il microfono, non c'è una chat interna e al più potrete scambiare qualche oggetto.
Pure il PVP è monco perché bisogna selezionarlo da un menù o accettare la sfida di chi ci spara.
Che senso ha? La mappa è enorme, non si sarebbe corso lo stesso il rischio di griefing.
La maggior presenza degli altri giocatori la si subirà attraverso la visione di mega strutture da loro create che cozzano totalmente con l'estetica e il mood di quello che un tempo era il brand di fallout.

Fallout 76 snatura questa saga aggiungendo un online mal pensato che non migliora, nella stragrande maggioranza dei casi, l'esperienza di gioco. E allora torniamo alla domanda principale: Perché?

Reviewed on Aug 29, 2021


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