Eletto come miglior indie horror del 2022, Signalis è una lettera d'amore ai survival horror di fine anni 90, in primis Resident Evil e Silent Hill, a cui unisce una narrazione non convenzionale tipica di alcuni autori cinematografici come Hideki Anno, David Lynch e Stanley Kubrick al fine di ottenere un prodotto che guarda al passato senza dimenticare il presente.

La prima cosa che si nota iniziando una nuova partita è lo stile grafico del titolo: con i suoi, apparenti, pochi poligoni e una sfocatura misurata dell'immagine, la prima impressione è quella di trovarsi davanti ad un gioco sviluppato per PS1, salvo poi constatare (con sollievo) della fluidità moderna del titolo, tra framerate alto, movimento libero e caricamenti istantanei. In caso, tuttavia, si volesse vivere un'esperienza il più possibile retrò, il ricco menù di opzioni ci permetterà di modificare la visuale e il layout dello schermo a nostro piacimento, oltre che cambiare la tipologia di movimento (da libero a tank) e la difficoltà.
Coerentemente a quanto detto finora, Signalis possiede principalmente due anime: quella più esplorativa, narrativa, atmosferica e legata agli enigmi si rifà a Silent Hill, mentre quella action, di gestione dell'inventario e il sistema di salute rispecchia Resident Evil.
Nel primo caso non ci sono problemi, tutto anzi si sviluppa in maniera perfetta: la splendida atmosfera horror che si viene a creare, senza ricorrere ai pigri espedienti jumpscare, aiuta il giocatore ad immergersi sempre più profondamente in una storia dalle sfumature sci-fi che analizza temi complessi sulla natura umana e sulla sua psiche, che parla di amicizia e amore, sottolineando l'importanza dei ricordi sia di coppia che individuali, senza tralasciare una critica socio-politica ad una società che, nascosta dietro una maschera ordinata e idilliaca, si rivela un incubo da cui doversi risvegliare il prima possibile e ad ogni costo. La narrazione per nulla lineare e adita ad intriganti interpretazioni, sebbene con qualche indizio che la indirizza verso una certa strada, rende l'esperienza più personale e, di conseguenza, un qualcosa a cui il giocatore non può far altro che affezionarsi e imprimere nella propria memoria a lungo. Menzione d'onore infine agli enigmi: belli, stimolanti, che richiedono un gran livello di intuizione, di osservazione e la capacità di interfacciarsi con ogni tipologia di strumento a propria disposizione; un punto di riferimento per il genere.
Per quanto riguarda "l'anima Resident Evil", invece, non tutto è rose e fiori. Il gunplay di Signalis è appena accennato, la mira è automatica e i nemici subiscono lo stesso danno ovunque, con l'unica differenza che la protagonista, a seconda del tempo e la posizione da cui mira, può infliggere danno aumentato o missare il colpo. Per quanto ciò risulti diverso dalle opere a cui si ispira, è ben poca roba, in quanto le potenzialità per creare un sistema action più moderno e con una componente ludica maggiormente apprezzabile erano grandissime. Data la scarsità di munizioni e la minaccia che, pur usandole, i nemici sarebbero potuti tornare in vita, il gioco spinge ad usare un approccio più conservativo e sfuggente, relegando le sparatorie unicamente a momenti di urgente necessità; questo si configura in una deludente assenza di bossfight, eccezione fatta per uno scontro obbligatorio contro un mostro comune, una sfida di resistenza a tempo (stile Pyramid Head) e la bossfight finale, lunga e complessa, ma tutto sommato piacevole. Si poteva fare molto di più.
La gestione dell'inventario è stata molto discussa; durante l'intero gameplay avremo a disposizione solo 6 slot in cui poter trasportare oggetti tra cure, armi, strumenti e oggetti chiave. Sebbene all'inizio non sia un problema, col passare il tempo queste "sei tasche" diventeranno sempre più soffocanti e ci costringeranno a fare diversi backtracking (mai troppo lunghi) per prelevare e depositare oggetti nella "safe room". Ciò non è necessariamente un problema, perché introduce una piccola - e personalmente apprezzabile - meccanica di gestione delle risorse, ma con l'aggiunta di oggetti particolari che, premiando una particolarmente pericolosa esplorazione, espandessero l'inventario, si sarebbe risolto il problema per tutti senza snaturare il gameplay. Bastava poco.
Il problema principale, anche piuttosto grave, è un altro: la responsività dei comandi in certe situazioni. Generalmente non ho trovato problemi in tal senso, ma capita che per interagire con certi oggetti o aprire porte, il nostro personaggio deve mettersi in una precisa posizione, nè troppo vicina nè troppo lontana, altrimenti l'interazione non andrà a buon fine; se, malauguratamente, dovessimo trovarci in una situazione delicata in battaglia e avessimo parecchia fretta, rischieremmo di perdere tempo nel trovare la giusta posizione e subire quindi danno gratuito, che a volte si traduce in un game over. Certi dettagli sono poco rifiniti.

Un piccolo paragrafo lo voglio dedicare al character design, nello specifico allo "stile anime" dei personaggi. Ammetto di non apprezzare, di mio, particolarmente questo stile, che si manifesta principalmente nelle sequenze filmiche, ma in questo caso mi sembra che stridesse parecchio con il mood generale dell'opera e, inoltre, non mi sembra granché nemmeno a livello tecnico/artistico.
Fortunatamente la storia è talmente convincente da oltrepassare questo piccolo ostacolo, nonostante ciò fornisca un tocco di originalità al tutto. Io avrei lasciato ogni cosa in stile poligonale, ma comprendo le altre scelte.


Buon comparto sonoro, le ost contribuiscono a creare quell'atmosfera opprimente che viene richiesta ad un buon horror che si rispetti oltre che momenti emozionanti nei punti clou dell'avventura.
Assente il doppiaggio però, grande mancanza che avrebbe potuto migliorare esponenzialmente l'esperienza. Peccato davvero.

Molti elogi, ma anche molte critiche per Signalis, eppure il voto ricevuto è oltre la media. Come mai?
Semplice, perché ogni punto di questa recensione va relazionato al fatto che a sviluppare questo gioco siano state SOLAMENTE due persone, con qualche aiuto esterno per la colonna sonora. Considerata l'elevata quantità di livelli e situazioni differenti che offre Signalis, si stenta a credere che solamente due persone siano riuscite a gestire complessivamente tutto con abile maestria, al netto di un, forse, eccessivo attaccamento al passato, con citazioni a volte al limite del plagio.
Quindi veramente complimenti!
Ovviamente il gioco lo consiglio a tutti, amanti e non del genere, perché una volta iniziato, non si può far a meno di venire rapiti dalle atmosfere misteriose di questa piccola perla horror.

Reviewed on Oct 25, 2023


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