Gli esseri umani sanno essere persone tremende, come ci insegna Astalon... ma ancor più tremende sono le persone che commettono il mio stesso errore.

Ad una prima occhiata, "Astalon: Tears of the Earth" può facilmente venire scambiato per uno dei tanti indie in pixel art in circolazione, spesso "chimere" di generi videoludici e copie di altri titoli. In particolare, Astalon prende spunto dalle origini di alcune saghe storiche, tra cui Zelda, Metroid, Megaman e così via; da ciò ne consegue la "nascita" di un ignorante pregiudizio, il classico "giudicare (male) dalla copertina".
Quale errore! Quale tremendo errore!

Tears of the Earth si è rivelato essere un ottimo metroidvania con elementi da rouge-lite, andando contro a tutti quei preconcetti erronei che si erano andati a sviluppare nella mia mente. Pur rimanendo effettivamente un gioco concettualmente semplice, riesce nell'intento di far appassionare il giocatore con le sue meccaniche, divertenti e mai scontate.
Come accennato in precedenza, generalmente si tratta di un classico metroidvania 2D a scorrimento (più verticale che orizzontale), ma la novità risiede nel fatto che, per riuscire a proseguire nell'avventura, sarà necessario fare gioco di squadra e sfruttare sinergicamente ogni abilità di ciascuno dei tre eroi protagonisti: Kyuli è più agile e può fare un doppio salto a parete, Arias è uno spadaccino è può spezzare i tralicci, Algus usa la magia e può attivare interruttori a distanza. Dato che, almeno inizialmente, i tre personaggi possono venire switchati solamente nei checkpoint, il giocatore dovrà scegliere oculatamente con chi partire all'esplorazione, salvo poi sbloccare shortcut o scoprire strade alternative nascoste.
Il level design dell'intera mappa è degno delle più grandi produzioni, non solo per la coerenza in sè, ma anche per il fatto che sia stato concepito per essere perfettamente fruibile da tre personaggi differenti con abilità differenti. L'esplorazione, inoltre, non sarà mai fine a se stessa, dato che porterà sempre alla scoperta di power up utilissimi o nuove abilità, che permetteranno di esplorare ancora più a fondo.
L'unico neo in questo sistema riguarda la mappa, purtroppo poco intellegibile persino se potenziata, su cui non è possibile nemmeno prendere appunti o usare lo zoom, dimostrandosi così l'elemento più "old-style" del gioco.
Solitamente, giochi di questo tipo tendono a puntare molto sulla difficoltà crescente delle sezioni action, ma qui accade il contrario. Dopo una impattante difficoltà iniziale, Astalon diventa via via più semplice, concentrandosi maggiormente sulle sezioni platform.
Il richiamo estetico è palesemente quello dell'epoca a 16 bit, ma con delle rifiniture artistiche che rendono ogni singola stanza riconoscibile e pittoresca, ognuna con una storia da raccontare, tanto da fare invidia al buon Hidetaka Miyazaki. Carino anche il design dei personaggi, un po' chibi ma senza esagerare. A parte Kyuli. Non c'è alcun motivo affinché sia mezza nuda, but that's Japan.
Come accennato a inizio "recensione", la trama di questo gioco è semplicissima, così come il suo contesto; tuttavia, a colpire parecchio è la narrazione, che si sviluppa tramite dialoghi molto solenni e malinconici, oltre che attraverso una basica ma piacevole interazione tra i tre amici protagonisti.
Un plauso va fatto pure alla colonna sonora, che non mi pento di definire... grandiosa! Anch'essa, prevalentemente composta da tracce musicali malinconiche, senza però sdegnarsi di utilizzare brani più epici e accattivanti.

Che sorpresa Astalon! Non mi sarei mai aspettato che un gioco simile potesse rapirmi a tal punto. Peccato per le modalità extra, di post-game, non molto riuscite, altrimenti lo avrei sicuramente platinato. Giocatelo se ne avete l'opportunità, non fermatevi alla prima sciocca impressione, come stava per fare il sottoscritto.

Reviewed on Jan 31, 2024


Comments