Tales of Arise è esattamente quello che ci aspetta: un jrpg stile anime con tutti gli elementi del caso. Nel calderone ci sono quindi stereotipi e cliché, banalità e tanta lore apparentemente caotica farcita di teorie e congetture che si rivelano sempre essere esatte nonostante si basino su poteri e forze pressoché sconosciuti. Anche il sistema di combattimento non è proprio il top. Nonostante questo Tales of Arise è uno di quei viaggi che compi affezionandoti ai personaggi, alle vicende, facendo tuo il mondo di gioco e che ti lasciano un enorme vuoto una volta portati a termine, creando un forte senso di nausea quando incominci il prossimo titolo uscendo da tutti quegli schemi che dopo 40 ore almeno avevi acquisito e padroneggiato. Partiamo dal plot e dalla componente narrativa.

Tales of Arise è ambientato in un universo composto da due pianeti gemelli e da un satellite che li congiunge. Sul satellite vivono gli abitanti di uno dei due pianeti, una società tecnologicamente avanzata che invade e sottomette l’altro pianeta instaurando un regime di schiavitù suddiviso in cinque regni. Nei panni di uno schiavo con un background narrativo decisamente singolare ma ovviamente poco chiaro in principio inizieremo a conoscere nuove persone ed insieme si avvierà una campagna rivoluzionaria per sovvertire lo status quo e liberare il pianeta. La narrazione procederà in maniera estremamente scontata, telefonata e stereotipata nelle prime ore rivelandosi ben poco interessante, fatta eccezione per i misteri che caratterizzano i protagonisti e che ovviamente si scopriranno nel corso dell’avventura. È proprio quando questa sezione passerà in primo piano che la componente narrativa raggiunge il suo apice qualitativo. L’intreccio alternerà vari plot twist molto coerenti che coroneranno una lore ed una trama che si incastrerà a pennello, fino all’ultimo tassello e senza gravi incongruenze o lacune.

Il tutto verrà scandito da sei personaggi non particolarmente originali o brillanti ma ai quali ci si affeziona facilmente e con cui si crea un legame empatico che può portare anche a commuoversi, se avete la lacrima facile come il sottoscritto. Di questi sei soltanto uno mi è piaciuto molto, gli altri sono i classici paladini stile anime con lati oscuri autoesposti che non stanno né in cielo né in terra, comunque ripeto che non mi aspettavo niente di diverso e che il pathos comunque è stata la chiave per apprezzarne le gesta.

A ciò si abbina un combat system molto carino ma al contempo tutt’altro che perfetto. Nella recensione di Berseria descrissi minuziosamente il sistema di combattimento perché mi aveva convinto in pieno, questa volta non farò altrettanto anche perché ci sono recensioni ben più complete per avere una disamina approfondita. Sinteticamente si può dire che il combat system diverte, la difficoltà non è bassa tuttavia spammando consumabili che si possono farmare senza troppa pena si riescono a bilanciare le cose. I lati negativi sono essenzialmente tre. Il primo è che i personaggi non controllabili tendono un po' troppo a subire danni e a farsi ammazzare. Se in Berseria una serie di caratteristiche spronavano a cambiare pg al momento giusto qui lo switch è poco incentivato e questo per il secondo motivo che andrò tra pochissimo a rivelarvi. La gestione tattica del team è estremamente incompleta e poco customizzabile, potete anche giocare in maniera perfetta e schivare ogni attacco contrattaccando al momento idoneo, ma nulla salverà gli altri membri del party dall’agonizzare costantemente.

Il secondo aspetto negativo è che non vi è un buon bilanciamento tra le abilità, alcune sono molto più forti di altre e l’aspetto varietà va a farsi benedire, culminando nello spam delle solite 2 o 3, nel mio caso una in particolare con un solo pg, motivo per cui raramente mi capitava di switchare personaggio, anche perché gli hp dei nemici tendono ad essere molto alti specialmente nelle fasi finali del gioco dunque la scelta si rivelava obbligata.

Il terzo aspetto negativo è che la mole di particellari porta spesso a capirci davvero poco, motivo per cui tenevo sempre in panchina il caster del party che creava un tripudio di elementi a dir poco accecanti. Insomma il sistema di combattimento è tutt'altro che perfetto e a dire il vero a volte è anche un pò ripetitivo ma comunque è possibile arginare facilmente gli scontri "casuali" che sono evitabili ed avviati dall'incontro fisico con il nemico, tranne in pochissimi casi in cui non è neppure possibile fuggire. Comunque la formula è divertente, non incredibile ma complessivamente riuscita.

Esteticamente il titolo mi ha deluso nelle primissime ore mostrando dei paesaggi un pò spogli e stucchevoli ma si riprende nel corso del gioco con scenari più appaganti. I personaggi invece hanno modelli molto carini con un lieve margine di customizzazione che poteva a mio avviso essere ampliato senza problemi. Tecnicamente è cell shading classico, non il top della generazione. Un pò di aliasing di troppo e qualche artefatto simil grana tendono a smorzare l'impatto estetico ma alla fine niente di tragico. Bello il sonoro con degli ottimi pezzi.

Tirando le somme Tales of Arise è un bel gioco ma non un capolavoro e sinceramente continuo a preferire Berseria, l'unico tales of che ho giocato oltre questo. Dovessi dargli il numerino stupido e fine a se stesso gli darei un otto/otto e mezzo ma gli lascio un nove per l'avermi conquistato emotivamente, per avermi divertito e lasciato malinconico alla sua conclusione. Ultimamente sto iniziando a credere che la longevità in certi titoli sia più un male che un bene, l'idea che un gioco duri 40 ore sta iniziando a pesarmi e molto spesso ho sempre il desiderio mal celato che il titolo finisca il prima possibile per passare al prossimo. Con Tales of Arise invece mi sono preso i miei tempi, mi sono goduto ogni minuto di gioco a riprova del fatto che l'abbia apprezzato veramente nonostante i difetti, ragion per cui assegno il voto a cuor leggero.

Reviewed on May 16, 2022


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2 years ago

suicidati