Solitamente quando recensisco un remake faccio una premessa, l'aver giocato o meno l'originale, così da specificare il tipo di esperienza avuta. Nel caso di Resident Evil 4 l'originale l'ho giocato e, pur apprezzandolo, non ho mai provato lo stesso entusiasmo che provano tutti in genere, sicuramente l'averlo giocato pochi anni fa e non al lancio non mi ha permesso di apprezzarne le novità allo stesso modo tuttavia ci sono una serie di elementi che non mi sono piaciuti: troppo action, troppo lineare e troppo demenziale nei toni per quelli che sono i miei gusti.

Giocare questo remake mi ha dato un enorme senso di Deja Vu perchè l'estetica, le ambientazioni e i concetti alla base del core gameplay sono gli stessi tuttavia questo remake mi ha conquistato sempre di più nel corso dell'avventura arrivando all'amore totale.

Parto con ciò che il remake va a limare rispetto le tre caratteristiche non di mio gradimento citate prima: la demenzialità. I toni di Resident Evil 4 og li ho trovati sempre troppo parodistici, l'atmosfera horror non la sentivo, complice una mia fissa che mi fa percepire lo spagnolo in maniera caricaturale. Passare dagli zombie ai los ganados, dei contadini spagnoli incifrati che ti gridano "matalo matalo matalo" non è stata per nulla una cosa di mio gradimento nell'originale. In questo Remake, grazie anche ad un comparto tecnico spettacolare condito dal Re Engine che ha permesso molta più accuratezza lato regia rispetto a una sesta gen che usciva dal low poly ma ancora non era il top a livello tecnico, l'atmosfera horror è decisamente più palpabile, il gioco si prende più sul serio e, pur non rinunciando alla sua anima più scanzonata ed esagerata con derive ipergiapponesi sopratutto in late game, è riuscito a farmi prendere qualche attacco di cuore nel corso dell'avventura e a deliziarmi lato atmosfera.

Il secondo punto che non apprezzo dell'originale è la deriva action. Nel capitolo originale si combatte il 90% del tempo, le munizioni non sono un problema praticamente mai e non c'è una vera e propria sinergia tra combattimenti e puzzle che è alla base della bellezza di resident evil 2. Anche qui si combatte e molto ma grazie alle nuove meccaniche i combattimenti sono davvero tanto tanto tanto belli e sono riusciti a prendermi, probabilmente come chi ha apprezzato il capitolo originale ai tempi. Il gunplay è poco variato rispetto ai predecessori ma tutta la parte relativa alla combo calcio/coltello è un qualcosa di spettacolare. Il parry aggiunge davvero tanto, sinceramente non ho apprezzato molto la schivata gestita con un tasto ed ibridata alla fase stealth, tuttavia i combattimenti sono davvero belli e la varietà dei nemici altissima, questo è stato il motivo principale per cui ho amato il gioco sempre di più. Apprezzabile è anche il fatto che a differenza dell'originale le risorse qui sono limitate, difficilmente ci si troverà senza risorse ma comunque bisogna gestirsele, una cosa che nel capitolo originale non mi destava il minimo problema.

Per quanto riguarda la linearità qui c'è ben poco da fare, il gioco di base è lo stesso, non si poteva cambiare nulla e sicuramente non c'era proprio l'intenzione di farlo, questa caratteristica non l'ho apprezzata così come non la apprezzai nell'originale, sono un amante del backtracking e del level design labirintico dei primi due capitoli e remake, questo tipo di level design non è nelle mie corde.

Nonostante questi problemi risolti, risolti parzialmente o non risolti, l'esperienza complessiva è di assoluto apprezzamento; l'atmosfera, il combat system, i personaggi, la varietà di nemici e la regia di questo capitolo sono sublimi, probabilmente non arriverò mai a preferirlo al 2 di cui apprezzo maggiormente il level design e il lato survival horror né a village, gioco che sembra quasi un reboot del 4 e che ne presenta i medesimi temi ma sotto steroidi per quanto riguarda l'horror gotico, ciò nonostante Resident Evil 4 Remake è uno dei capitoli più belli che abbia giocato di questa serie, lo metto quasi sicuramente alla pari con l'1 che di base è anche uno dei miei giochi preferiti, sono felice finalmente di aver apprezzato anch'io così tanto tutte le vibes del quarto capitolo che si mi piaceva ma non così tanto.

Reviewed on Jun 20, 2023


2 Comments


10 months ago

Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme. Il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta ormai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Ormai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.

10 months ago

@AlbertoMalattia
La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch’ebbe compagni dell’età più bella.
Già tutta l’aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
Giù da’ colli e da’ tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.



Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l’altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s’affretta, e s’adopra
Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.



Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.



Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
E’ come un giorno d’allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa
Ch’anco tardi a venir non ti sia grave.