Lo split screen, o meglio la componente multiplayer/co-op a schermo condiviso, è una meccanica classica che vantavano i vecchi videogiochi per Playstation 2, quando ancora il gioco online non era predominante come ora. Mi è sempre piaciuto giocare in split screen, anche se c'è da dire che, in ogni gioco in cui trovavo questa componente, si trattava sempre di una parte del gioco e non del suo intero. Hazelight Studios invece, prima con A Way Out e ora con l'ottimo It Takes Two, ha rispolverato questa meccanica ormai abbandonata e l'ha resa il punto di forza dei suoi videogiochi. It Takes Two è un gioco che necessita, assolutamente, la presenza di due giocatori per essere completato. Due giocatori che devono comunicare, obbligatoriamente (quindi non c'è un random matchmaking), per risolvere puzzle e fasi platform che richiedono coordinazione e collaborazione. Nonostante sia presente la coop online, il gioco si svolge comunque in split screen, permettendoti di vedere cosa sta facendo il tuo compagno, proprio perché spesso in molte situazioni ciò è fondamentale per il proseguimento.
Sicuramente si tratta di una delle migliori esperienze multiplayer disponibili, mi vengono in mente davvero pochi giochi paragonabili sotto questo punto di vista e per ciascuno di essi si tratta sempre di qualcosa di diverso e lontano da ciò che è It takes two.
Per quanto riguarda il gameplay, il gioco di Hazelight Studios ha il pregio di essere sempre diverso in ogni capitolo che lo compone, complice il fatto che ad ogni giocatore viene assegnato un nuovo strumento in ogni nuova sezione di gioco. Questi oggetti sono tutti molto diversi tra di loro e vanno a regolare i vari puzzle presenti, che si basano sostanzialmente sull'interazione tra gli strumenti dei due giocatori. L'esperienza di gioco ne giova e non si percepisce mai la sensazione di ripetitività.
Un'altra idea fantastica che è presente in It Takes Two è quella dei minigiochi. 25 minigiochi sono sparsi nei vari livelli, e mettono in competizione i due giocatori. Ho trovato molto divertente questa meccanica perché oltre a spingere un po' all'esplorazione, è anche una bella idea per ribaltare le carte in tavola e mettere contro i due giocatori che nel gioco principale si trovano invece a collaborare. I minigiochi sono quasi tutti molto divertenti ed una volta trovati è possibile rigiocarli in ogni istante.
It takes two è inoltre ricchissimo di segreti e interazioni con oggetti presenti nel mondo di gioco e, seppure queste ultime siano praticamente sempre inutili, stimolano molto ad esplorare ogni singolo ambiente nella quale si entra. Ho apprezzato moltissimo anche le fasi di gioco nella quale il gameplay cambia radicalmente andando ad omaggiare capostipiti di altri generi videoludici (come la sezione con visuale isometrica).
Il gioco non ha aspetti negativi particolari, l'unica cosa che ritengo un po' più bassa di livello rispetto al resto del gioco è la storia. Non perché sia brutta, ma già dall'inizio del titolo è più che scontato come andrà a finire. I personaggi e come viene gestita la narrazione però riescono a mettere in ombra questo aspetto e sono presenti scene davvero incredibili come la sezione nella quale si deve eliminare il pupazzo a forma di elefante.

Reviewed on Dec 07, 2021


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