Quando sentii per la prima volta che Resident Evil 8 sarebbe stato ambientato in Europa, precisamente in Romania, e ci sarebbero stati vampiri e licantropi pensai: "Ma che gli è venuto in mente?", gli incipit non li consideravo dei migliori e il mio interesse per il titolo andò rapidamente scemando. Mesi dopo, quando fu rilasciato il primo trailer, rimasi invece impressionato e mi dovetti subito ricredere. Resident Evil 8 è infatti qualcosa di molto distante rispetto al 7, un'esperienza di gioco completamente differente da esso sotto quasi ogni punto di vista, con unico collegamento un filo narrativo che prosegue le vicende di Ethan Winters. Village però nella sua particolarità riesce ad essere molto più affascinante di quanto era il suo predecessore, forte di un mondo di gioco estremamente suggestivo, molto caratterizzato, capace di mozzare il fiato grazie all'imponenza e allo stato di isolamento che si percepisce. Il villaggio, che funziona quasi come hub nel gioco, è davvero molto caratteristico, riesce a trasmettere una sensazione di deperito molto forte, affiancato dall'imponenza del barocco castello Dimistrescu che è possibile scorgere in tutta la sua magnificenza nel profilo del villaggio vedendolo da lontano. O anche la fabbrica di Heisenberg, o la casa di Donna Beneviento, affiancata dalla cascata; tutti gli scenari in cui è ambientato il gioco sono visivamente forti e suggestivi, capaci di rendere il gioco iconico.
Viene data anche una buona caratterizzazione a tutti i mob e ai mid-boss e viene spiegata con precisione la loro origine ed il fatto che siano differenti dai soliti nemici della saga. Un aspetto tutto su un altro livello rispetto agli slime di RE7.
Village, rispetto al suo predecessore, varia anche abbastanza per quanto riguarda il gameplay. E' presente una valuta, in primis, che permette di acquistare armi, risorse e potenziamenti, per il protagonista e per il suo armamento. Il gioco è molto più basato sullo shooting, si perde abbastanza il lato survival ma non lo reputo un difetto, è semplicemente qualcosa di diverso. Questo aspetto è caratterizzato da una buona varietà di armi tutte ben differenti tra di loro, e un buon feedback dei colpi, anche se complessivamente non ci sono particolari innovazioni e il gameplay rimane sempre abbastanza standard.
Parlando della trama, invece, sono rimasto abbastanza soddisfatto. Ho preferito di gran lunga la prima metà del gioco, il finale non mi ha fatto impazzire onestamente, ma complessivamente la reputo buona e molto più chiara, sensata e avvincente di quella del suo predecessore anche se a difesa di esso devo dire che sono due giochi molto diversi e quindi con scrittura diversa.
Non ho molto apprezzato alcune scelte registiche del titolo come ad esempio passare dalla visuale in prima persona a filmati con inquadrature differenti solo da metà gioco. Mi ha dato abbastanza fastidio perché stravolge l'impostazione che aveva il titolo (e anche quello precedente ad esso). Non mi ha dato fastidio il passaggio da un personaggio ad un altro, solo ed esclusivamente il fatto che la visuale non rimanga lockata alla prima persona in ogni fase del gioco e filmati.
Il finale lascia intendere che le vicende legate a questo filo narrativo proseguiranno e se l'ispirazione rimane quella di Village ne sarò molto felice.

Reviewed on Dec 15, 2021


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