The Legend of Zelda: The Wind Waker è sempre stato il capitolo delle vicende di Link che più mi ha incuriosito, grazie al suo look cartonesco estremamente ispirato e l'atmosfera che ne traspare. Finalmente, dopo diversi anni, sono riuscito a recuperarlo, e ne sono molto soddisfatto.
Già dalle prime battute si capisce di trovarsi in una riproposizione della storia classica un po' più particolare, con un forte stile sia estetico che narrativo. Link è estremamente espressivo, in modo caricaturale, e ciò permette di comprenderlo in un modo molto differente rispetto al passato, nonostante sia buffo è molto più facile provare empatia nei suoi confronti ed immedesimarcisi. Questa scelta delle espressioni facciali ritorna anche in Dazel, la reincarnazione di Zelda in questo capitolo, che da subito rende chiarissimo il proprio carattere, più vispo e furbo del solito, andando a costituire secondo me la migliore trasposizione della principessa.
Lo stile estetico del gioco, oltre ad essere molto d'impatto, permette anche di subire meno il peso del tempo. The Wind Waker infatti dal punto di vista della grafica non sembra invecchiato così tanto, non ha i grossi poligoni che caratterizzano buona parte dei giochi dell'epoca, anzi, potrebbe tranquillamente essere un indie uscito recentemente.
La nuova Hyrule, costituita da tante piccole isole e un vastissimo oceano, è molto evocativa e costituisce un'interpretazione senza precedenti - nonché molto coraggiosa - del regno nella quale sono (quasi) sempre state ambientate le vicende della saga Nintendo. Personalmente ne ho apprezzato la scelta, meno alcune implicazioni relazionate al gameplay. Le lunghe traversate per l'oceano sono divertenti all'inizio del gioco, quando il mondo è ancora tutto da scoprire, ma diventano più pesanti superata la metà. Questo principalmente per il fatto che, salvo in prossimità di alcune isole, i viaggi sono molto statici e non ci sono eventi casuali che arricchiscano un poco l'esperienza. Ho apprezzato però l'introduzione del meteo dinamico, che se non altro dà un po' di varietà.
Per quanto riguarda il gameplay, The Wind Waker funziona più che bene. I controlli sono pensati per essere più comodi che mai, il combat system è buono e variabile, i nemici si trovano in diverse varietà; si lamenta forse solo un po' l'eccessiva semplicità. I dungeon sono tutti ben pensati, non sono tantissimi ma non ce n'è neanche uno che sia noioso o anche solo sufficiente, è ben pensato anche lo sfruttamento degli strumenti all'interno dei dungeon stessi e anche nel mondo di gioco.
Va elogiata soprattutto la colonna sonora, che è capace di riproporre temi classici della saga in una salsa nuova e interessante, ma anche di introdurne nuovi molto validi come ad esempio il mid-boss theme.
L'unica criticità del gioco che mi ha fatto storcere il naso è come il giocatore venga forzato dalle vicende ad esplorare il mondo di gioco senza uno straccio di aiuto o indizio su dove andare precisamente, in due punti in particolare della storia. Non perché sia effettivamente pesante, quanto perché a livello proprio di vicende in queste due sezioni si ha l'impressione un po' di venire abbandonati a se stessi, e procedere trovando ciò che si deve trovare non è così facile e intuitivo.
Molto buono anche il personaggio di Ganondorf, la regia riesce da subito a caricarlo di una buona presenza scenica e ciò permette di arrivare al finale con un bel climax. Mi è piaciuta anche la sua caratterizzazione, sembra un po' più nostalgico e saggio del solito, questo per il dualismo vecchio/nuovo che viene affrontato alla fine del gioco e che si riflette perfettamente con la storyline principale della serie di Zelda.

Reviewed on Jan 26, 2022


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