Esperienza interessante, rilevante per dimensione storico-culturale ma un po' una palla al cazzo a giocarlo

Fa parte di una trilogia di titoli tra loro scollegati chiamata "Cinematic Live" (シネマティックライブシリーズ), con l'ambizione di proporre in forma videoludica un'esperienza prossima a quella del cinema. Trae forte ispirazione prima dalla letteratura Lovecraftiana e, in corso d'opera, dalla filmografia di Dario Argento, "Phenomena" in particolare: l'artwork della protagonista è identico a Jennifer Corvino, la colonna sonora riprende lo stile delle OST dei Goblin, etc.

L'esperienza ludica che se ne trae è nuova per l'anno di uscita; fino a quell'anno, nelle varie declinazioni del gioco horror venivano integrati sistemi di combattimento tali da rendere il protagonista capace di usare armi contro i propri aggressori, anche in quei casi in cui si impersonava un individuo relativamente ordinario (e.g.: "Alone in the Dark")

Al contrario, stavolta si è alle prese con una protagonista che si affatica e incespica, che ha bisogno di riposarsi per ripristinare la propria energia fisica, che si inpanica e che non è in grado di ferire i propri aggressori (ok non proprio ma spoiler): si può dire il capostipite di una certa quantità di horror psicologici, dai Silent Hill ad Amnesia

Il level design è abbastanza complesso, la magione è enorme e include numerose stanze con all'interno una certa quantità di oggetti con cui interagire. Tra le cose particolarmente interessanti ci sono un parametro di panico, rappresentato dal proprio avatar su uno sfondo colorato (il colore cambia in base al panico, ergo alla quantità di eventi spaventosi di cui la protagonista è spettatrice), e il fatto che si tratti di un gioco particolarmente aperto: è possibile recarsi in certe parti dell'abitazione prima di altre, a propria discrezione; questa libertà di scelta si riflette anche sulla tipologia di sequenze attivate (es.: andando prima nel bagno, si troverà il cadavere della propria amica; proseguendo senza entrarvi, invece, si vede l'assassino fiondarsi dall'alto buttando di sotto anche una delle vittime). A questo segue anche la possibilità di accedere a otto possibili finali, in base anche alla quantità di cose scoperte durante l'esplorazione

Edit: riconsiderazione fondamentale. Prima ho parlato di un parametro di panico, basandomi su alcuni articoli e sul fatto che il colore dietro l'avatar viene effettivamente alterato da eventi spaventosi (e.g.: la protagonista vede un dipinto che inizia a sanguinare).
Invece, leggendo anche il manuale del gioco originale, si parla più precisamente di forza fisica (体力), o stamina

Inizialmente avevo formulato una lamentela riferita ai movimenti parecchio lenti della protagonista, trovando quindi scorretto l'aumentare il livello di panico a causa della corsa. Prendo atto del mio errore, che però trova anche riscontro effettivo in un utilizzo ambiguo dell'HUD. Vero è che il colore dietro l'avatar indica ufficialmente la stamina; tuttavia, in presenza di un pericolo mortale (e.g.: un confronto con il killer), lo sfondo lampeggia in modo insistente. In questo caso, si entra in quella che viene definita "panic mode": il giocatore deve fare button mash per aumentare le proprie probabilità di successo nella fuga. Oggi siamo abituati a interpretare il button mash in un'ottica negativa, anche a causa del fatto che spesso e volentieri appare in concomitanza un prompt visivo; la sua inclusione in "Clock Tower", invece, funziona sempre in virtù del fatto che gli sviluppatori vollero fare in modo di mantenere costantemente un certo grado di tensione. Quella che potremmo definire una sorta di cut-scene non deve essere un momento di rilassamento da parte del giocatore, che si limita a essere spettatore: al contrario, deve rimanere coinvolto e sempre pronto a confrontare gli elementi di pericolo. Queste idee vennero poi riprese da altri sviluppatori (es.: il Team Silent per "Silent Hill")

In un modo sintetico, si sfrutta l'HUD per integrare due sistemi diversi e che dipendono l'un l'altro. La mia confusione deriva proprio dal fatto che non sono stato in grado di intuirlo, mentre sul manuale viene spiegato in modo esaustivo

La lentezza, per quanto io l'abbia trovata spesso tediosa ed eccessiva, ha comunque un proprio senso nella dimensione delle idee di game design, level design e sound design (tutto design): l'essere obbligati a spostarsi lentamente tra corridoi tetri ha sicuramente una buona giustificazione, amplificando sensazioni di inquietudine attraverso suoni diegetici (es.: a un certo punto c'è il suono di un telefono che squilla) e potendo sapere solo all'ultimo momento quand'è che l'assassino è nelle nostre vicinanze (lo segnala lo sferragliare delle forbici che impugna)

Reviewed on Feb 18, 2024


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