Straordinario esperimento autoriale di Eric Chahi (nel 2020 ha realizzato Paper beast, da me sicuramente più apprezzato), che ne ha curato personalmente ogni aspetto ad eccezione della colonna sonora. Peculiare la volontà di sviluppare il gioco improvvisando, senza preparare sin dall'inizio story board o sequenze narrative con una specifica conclusione.

Di fondamentale ispirazione per platformer cinematici moderni come quelli di PlayDead (es.: Limbo e Inside), più o meno direttamente.

Il gioco ha una breve durata e controlli di qualità discutibile, ma offre un'esperienza decisamente atipica rispetto ad altri titoli - soprattutto platformer - a esso contemporanei. Nel tentativo di portare un'esperienza filmica all'interno del videogioco, Chahi mise a punto un'interfaccia assolutamente pulita e priva di qualsiasi parametro che potesse disturbare l'immersività da parte del giocatore. L'utilizzo minimalista dei colori aveva, sì, cause totalmente tecniche ma permise all'autore di escogitare metodi espressivi congeniali al tipo di esperienza che volle elicitare nel giocatore: semplici esempi sono la creatura totalmente nera a inizio gioco, fatta eccezione per le zanne bianche/beige, o l'utilizzo di poligoni su base vettoriale al posto di pixel (riuscendo, in questo modo, a conservare parecchia memoria necessaria per realizzare fondali complessi, azioni in atto su più piani e includere un vero e proprio montaggio cinematografico ad alternare sequenze giocabili con scene non interattive).

Reviewed on Mar 31, 2022


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