It Takes Two riesce a prendere l’idea alla base del precedente gioco Hazelight, a Way Out, e migliorarla sotto ogni punto di vista. Se a Way Out era poco più che un esperimento ben riuscito, riportando per la prima volta in anni la coop a schermo condiviso al centro del discorso, It Takes Two è un successo conclamato dalla critica e dai fan. E a buon motivo.

Stavolta la storia seguirà le avventure di una coppia in crisi matrimoniale che, trasformatasi in bambole, deve affrontare un pericoloso viaggio per riuscire a tornare nei propri corpi. Ovviamente riflettendo sulla propria relazione agli sgoccioli nel mentre.

Questa ambientazione fantasy aiuta incredibilmente gli sviluppatori nel compito di trovare idee per il level design delle aree, che sono estremamente diverse sia da un punto di vista estetico-tematico che di meccaniche introdotte. In ognuno delle sette macro-aree di cui è composta la campagna verrà infatti introdotto un nuovo potere per personaggio, solitamente perso alla fine dell’area, con cui i protagonisti dovranno farsi strada in una sfilza di puzzle, combattimenti e sezioni platform.

Vale la pena sottolineare come i poteri siano quasi sempre differenti per i due protagonisti. Questo porta a dover effettivamente collaborare e cercare di comprendere sia il proprio potere che quello del proprio compagno per capire come possano interagire di volta in volta. Un ottimo esempio di come il gameplay, basato sulla cooperazione tra le abilità dei protagonisti e il dialoghi, influenzi e rafforzi i temi della storia, basata sulla riconciliazione dei rapporti e il venirsi incontro.

Il level design non brilla solo per la varietà e la complessità delle situazioni da affrontare e risolvere, insieme, ma anche per la cura con cui tutto è stato progettato. Ogni area trasuda carisma ed è riempita di cose con cui interagire e minigiochi da scoprire e con cui sfidarsi.
Una lista più che incompleta che ne dia un’idea: In un livello è possibile suonare un pianoforte funzionante saltandoci sopra, in un altro giocare a scacchi, in un altro ancora visitare un mercatino natalizio e mangiare pancake e dolciumi mentre si gira in slitta. Sono tutte cose che non “dovevano” essere nel gioco. Non lo rendono più lungo, complesso e non rinforzano in alcun modo il tema della storia. Ma sono ciò che lo rendono bello e pieno di fascino.

It Takes Two è uno dei modi migliori per iniziare questa nuova generazione di console e fa ben sperare per il futuro dei giochi cooperativi, così sfortunatamente ignorati nell’epoca della competizione online.
L’unico consiglio che mi sento di dare è di giocarlo di persona, magari con il proprio partner o un caro amico. Questa è un’esperienza di coppia e, provarla con uno sconosciuto online, con cui magari non si vuole/riesce a comunicare, né snaturerebbe il senso e la bellezza.


Reviewed on Jan 30, 2022


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