ovviamente quando parlavo del miglior gioco del 2023 era semplicemente troppo presto, anche se comunque pizza tower sicuramente a livello videoludico è un mix di cose che merita più di qualsiasi altra roba di stare in alto devo dire che le lacrime che sto versando dopo aver concluso slay the princess mi lasciano impossibilitato a metterlo ancora come primo. La maturità che si raggiunge alla fine è esattamente quella che raggiungiamo dopo decenni di riflessione su come poter sopravvivere in questo delirio precostruito che è la nostra quotidianità. Abbiamo echi di una cultura a noi vicina che ci suggerisce come poter sopravvivere nella maniera più adeguata possibile e nel mentre una moltitudine spinge verso una accettazione di sè che continua a contraddirsi e nella disperazione di non riconoscersi giunge ad un amore per sè infinito che inevitabilmente la pone nel delirio divino di onnipotenza perchè nient'altro è in grado di accettarla generando questa percezione di sè come di "altro" finchè questo altro non diventa quel divino, superiore a tutto e infinitamente solo, che nulla è se non la cosa più lontana da sè ma solo così facendo si accetta pur non accettandosi realmente portandosi ad un'altra pseudo sovrastruttura pronta a illudersi di riformulare un altro mondo. Questo delirio di onnipotenza è quello che il mondo, indubbiamente contaminato dal capitalismo, ci concede come scappatoia, così da denunciarci come "mostri che vogliono distruggere il mondo". In slay the princess riusciamo a costruire questa molteplicità, nei suoi deliri e nelle sue fragilità, giungendo a quell'amore che ricerchiamo per poter andare avanti nelle cose, per poter aprire la porta che dà ad un ignoto che ci terrorizza.
Noi non siamo che mostruosità con un compito per il mondo, non siamo che corpi smussati da mettere su una scala di necessità e competenze senza mai che la voce dentro di noi di questo mondo si debba mai spiegare. Il narratore, che è l'eco di una cultura, non ce lo fa mai dimenticare. Nasciamo con un debito e con dei compiti che non si confanno ad alcuna moltitudine puntando ad anestetizzarla giudicandone ogni singolo volto come mostruosità, ma che si trova dalla parte del bene se fa ciò che è necessario. Ecco perchè la narrazione queer/femminista l'ho sempre trovata feconda, perchè è focalizzata non semplicemente sull'essere dei mostri ma su dei mostri che vivono a margine a prescindere da classe/generi, ed è per questo che ho sempre criticato e mal visto qualsiasi desiderio di essere accettati, nonostante politicamente ci si illuda che abbia un senso. L'accettazione che ci promette questo mondo è un illusione, qualsiasi parola d'amore che proviene da questo mondo illuminato è una menzogna perchè qualcosa di così al di sopra, che trova la sua legittimazione solo nell'illusione dell'establishment di potere e di comunità come lui la intende, non saprà mai qual è la condizione dell'umano che sta al di sotto di tutte le cose ed è per questo che solo l'amore tra di noi genera quell'accompagnamento all'ignoto che è "il qui ed ora" che continuamente accade e che continuamente ci spezza tutti quanti nello stesso esatto momento svelando il vero problema della solitudine anche quando riusciamo ad arrivare ad una reale consapevolezza: la completa assenza del mondo, la consapevolezza rende quindi la realtà come un ignoto, un nuovo mondo da esplorare da capo senza alcun eco ma con solo la forza di un amore che ci ha fatto accettare ogni nostra moltitudine

Reviewed on Jan 03, 2024


2 Comments


4 months ago

spero che tu stia bene

4 months ago