Più che gioco, si parla di storia interattiva. Le interazioni sono ridotte all'osso e ciò che dovrebbe essere la caratteristica principale di L.Misfortune, ossia la meccanica delle "scelte e conseguenze", non offre tutta quella varietà che si potrebbe presumere.

La storia, ambientata nell'intrigante universo narrativo di Fran Bow, avrebbe del potenziale per diventare memorabile, sebbene verso la sua conclusione sfoci in situazioni prevedibili e poco originali.

A differenza di Fran Bow, in questo gioco i dialoghi sono interamente doppiati e piuttosto discretamente, nonostante talvolta si faccia fatica a distinguere le parole della protagonista; va bene imitare il tono di voce che può avere una bambina della sua età, ma quando si esagera con lo "sbiascichio" delle parole il risultato è solo fastidioso.

L'art design è simpatico ma poco ispirato, nulla a che vedere con l'intrigante stile dark del precedente Fran Bow.

Ciò che indubbiamente colpisce di questo indie è la schiettezza con cui viene mostrato allo spettatore, tramite dialoghi e scenografia, il forte disagio che pervade le zone più povere della Svezia, il tutto visto dal punto di vista innocente di una gioiosa bambina, che, in quanto tale, non comprende sempre cosa le stia succedendo attorno e, talvolta, si perde in battute infantili inappropriate, probabilmente un sistema di autodifesa per proteggersi dalla malvagità del mondo adulto.
E' un peccato che tutto questo non sia stato sorretto da un gioco all'altezza, ma è anche vero che a svilupparlo sono state due persone in croce con un budget infinitesimale e non bisogna dimenticarlo in fase di recensione.

Consigliato prevalentemente a chi ha apprezzato molto Fran Bow, ma anche in quel caso lì consiglio di aspettare sconti vantaggiosi o bundle per acquistarlo.

Reviewed on Sep 13, 2023


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