Premetto, non sono un fan di Pinocchio, sebbene conosca la storia originale e abbia visto diversi sceneggiati in tema. Tuttavia, nell’ormai lontano agosto del 2021, quando mostrarono il teaser trailer di questo “Gioco coreano basato su Pinocchio” ne rimasti particolarmente affascinato, come sempre quando nei videogiochi vengono inclusi riferimenti alla letteratura e al folklore italiano, così iniziai a seguirne il processo di sviluppo. Mese dopo mese, trailer dopo trailer, la mia attenzione verso quel gioco in particolare aumentava sempre di più, vuoi per le atmosfere Bloodborniane, vuoi per l’art design che si rifaceva all’art nouveau e allo steampunk, vuoi per lo stile di gioco alla Sekiro… Lies of P possedeva tutti quegli elementi che soddisfacevano appieno il mio gusto estetico e ludico. Perciò, cosa poteva andare storto?
Tutto.

E invece nulla. Anzi, è riuscito a superare persino le mie più rosee aspettative; considerando il fatto che gli sviluppatori siano un team emergente, piuttosto ridotto e senza un enorme budget, ciò desta parecchio stupore!
Come dico sempre, anche questo non è un gioco perfetto, ma i difetti qui sono in parte attribuibili alla piattaforma in cui l’ho provato (PS4 slim) e in parte all’inesperienza dei developer, quindi nulla che non si possa aggiustare in futuro.

Leggendo diverse recensioni e guardando alcuni video, sento molto parlare di “gioco troppo derivativo” o “gioco troppo conservativo nell’ottica dei souls-like”. Io mi permetto di dissentire. Sì, è vero, Lies of P si ispira enormemente ai lavori di Miyazaki, su tutti Bloodborne e Sekiro, così come per la storia al romanzo di Carlo Collodi “Pinocchio”, ma possiede altresì il merito di rielaborare il tutto in maniera fresca e intelligente, dando origine a nuove meccaniche di gioco approfondite e divertenti. Lies of P sarà pure un souls-like, ma con un suo carattere ben definito! Tra armi mixabili, gestione della durabilità dell’arma “in diretta”, albilità passive sbloccabili battendo nemici particolari, distruttibilità delle armi avversarie con parate perfette, sistema di quest nelle quali è possibile scegliere se mentire o dire la verità e chi più ne ha più ne metta, quasi ci si dimenticherà di star giocando ad un figlio adottivo del sottogenere “souls-like”. Addirittura ci sono delle parti che rasentano il dungeon crawler!
Gli unici elementi che ho trovato contorti riguardano le animazoini di combattimento, obiettivamente un po’ troppo lente e invalidanti, e l’errato bilanciamento di alcune bossfight, in quanto, talvolta, si ha l’impressione che il game design sia stato ideato più nell’ottica di punire le disattenzioni (in stile Dark Souls 2) piuttosto che di premiare le abilità del giocatore, se non dopo diverse ore di pazienti tentativi su tentativi (infatti pochi giorni dopo la release ufficiale del gioco sono state rilasciate patch correttive atte a nerfare la foga di alcuni nemici).
Per il resto, i boss in generale sono ben ideati, alcuni tra i quali sono veramente stupendi sia da vedere che da affrontare, con l’eccezione di uno solo completamente sbagliato; in quanto il boss da solo occupa gran parte della già piccola arena, spesso il giocatore si ritrova senza la possibilità di vedere l’azione di gioco, dato che la telecamera rischia frequentemente di incastrarsi tra il bordo della mappa e il nemico.
Inoltre, Lies of P possiede una longevità sorprendentemente consistente, senza che si faccia uso di lungaggini non necessarie.

La trama è quell’elemento che, più di tutti, mi ha lasciato di stucco; è incredibile come, partendo da una base fiabesca e datata, si sia riuscito a sviluppare un’intricata rete di sottotrame che toccano diversi argomenti complessi, come il rapporto con il divino, la contemplazione dell’essenza della vita, la ribellione della vita artificiale, l’origine del male etc, senza tralasciare poi colpi di scena e momenti memorabili. Davvero, l’unica barriera che la distanzia da quella dei lavori di Miyazaki è la sua “non totale originalità”, perché per il resto non avrebbe nulla da invidiare al suo collega giapponese.

I personaggi poi sono tutti stupendi, ognuno con il suo carattere distintivo, la cui storia arriverà, in un modo o nell’altro, ad intrecciarsi con quella di P, specialmente per quanto riguarda gli abitanti dell’hotel Krat che diverranno, in tutto e per tutto, una grande famiglia. Molto apprezzabile è anche la loro dinamicità, in quanto commenteranno tutti ogni nuovo evento di trama e, talvolta, si sposteranno e interagiranno tra di loro.
Peccato solo per alcuni NPC messi a caso in certi punti della storia, che ci attaccheranno di default senza alcun particolare motivo e che, una volta morti, non vengono particolarmente approfonditi.

Lies of P possiede un ampio catalogo di tracce musicali, alcune delle quali suonabili al grammofono e sbloccabili tramite quest, tutte di una qualità eccelsa.
Peccato solo per le ost dei boss, non così memorabili come ci si aspetterebbe da un gioco di questo tipo.

Il più grande difetto di questo gioco, ma non per colpa del team di sviluppo, è rappresentato dall’aspetto tecnico. Sarò io che l’ho giocato su una console old gen, ma sono veramente troppi i popup grossolani visibili a schermo in alcune zone di gioco, principalmente quelle sopraelevate, per non parlare di una lentezza evidente nel caricare certe texture, laddove vengano effettivamente caricate col tempo. Il framerate rimane stabile ad un livello accettabile, ma se si dovessero fare sessioni di gioco prolungate, essi inizieranno a calare considerevolmente, per poi ripristinarsi una volta chiuso e riaperto il gioco.
Con questo non voglio dire che graficamente e tecnicamente sia brutto, anzi, l’art design è delizioso e l’architettura di certi edifici ti lascia senza fiato, ma tutto ha un prezzo, un prezzo che una PS4 slim non è disposta a pagare per intero.

Lies of P è una splendida sorpresa, che nonostante fosse promettente già dalle prime presentazioni si è dimostrato all’altezza delle sue fonti di ispirazioni, se non qualcosa di più concreto. Chiunque ami i soulslike non può fare a meno di provare questo peculiare titolo e chiunque ami la storia di Pinocchio o sia affascinato dal folklore italiano non può fare a meno di assistere a questa incredibile avventura.
Perché, in fondo, tutti noi siamo Pinocchio e tutti noi ci sentiamo coinvolti nel suo viaggio avventuroso alla ricerca dell’umanità tanto desiderata.
Perciò forza, venite anche voi, clever ones, l’hotel Krat vi attende con impazienza!

Reviewed on Sep 28, 2023


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