Earthbound, conosciuto anche come Mother 2, rappresenta l'eccellenza in ambito jrpg, un pilastro fondamentale del genere che ha ispirato un sacco di opere di successo.
Il suo predecessore, Mother, era sì un ottimo gioco ma con degli evidentissimi problemi strutturali e di level design, che inficiavano notevolmente l'esperienza; Earthbound si prende carico dell'eredità del prequel e lo migliora sotto ogni aspetto, pur lasciandone intatta l'anima, compiendo quasi un miracolo videoludico.
La base del combattimento a turni rimane pressoché invariata, con una nuova importante meccanica, la vita scalabile. I personaggi, infatti, non moriranno subito dopo aver subito un danno elevato, ma rimarranno liberi di agire finché la barra della propria vita (rappresentata come quella di un contachilometri) non sarà scesa a zero; in caso il nemico dovesse essere ucciso prima di quella eventualità, lo scalo degli HP sarà interrotto e il personaggio sopravvivrà. Questo aggiunge parecchia dinamicità e interattività negli scontri a turni, in quanto viene aggiunto nelle proprie strategie anche il fattore tempo.
Per il resto, la difficoltà di gioco si attesta su un livello mediamente facile, con giusto qualche difficoltà all'inizio e in un determinato punto che prevede la forzata assenza di un membro fondamentale del party, per poi semplificarsi di più con l'avanzata della storia. Sebbene questo possa scontentare gli hardcore gamer, d'altro canto rende Earthbound un gioco accessibile a chiunque, un perfetto entry-level per chi desiderasse avvicinarsi al genere.
La cosa, tuttavia, più sorprendente di questo meraviglioso jrpg è la narrazione, molto più profonda di quel che si possa pensare ad un primo sguardo superficiale. Earthbound è un gioco satirico, che usa il pretesto dell'avventura di un gruppo di ragazzini in un mondo di adulti per effettuare una denuncia sociale su larga scala del Giappone contemporaneo, affrontando temi quali il capitalismo sfrenato cresciuto sulle spalle dei cittadini, la prostituzione, l'opprimente mondo dello showbusiness, la brama incessante di sentirsi migliori del prossimo ad ogni costo, l'inquinamento etc.
Oltre a tutto ciò, mi ha molto colpito l'inserimento di un rapporto (non carnale, intendiamoci) omosessuale tra due ragazzini, fatto con una tale delicatezza e naturalezza da essere avanguardistico per un gioco degli anni 90. A memoria, un altro gioco che ha avuto il coraggio di proporre, in maniera più accentuata, un argomento simile (Rule of Rose) è poi stato pesantemente censurato in alcune zone del mondo, segno che all'epoca esisteva ancora un forte taboo a riguardo.
Al di là dei diversi messaggi sociali, pure la trama base del gioco è piacevole, sebbene priva di veri e propri colpi di scena, arrivando però al culmine nello scontro con il boss finale, indimenticabile e iconico nella sua brutalità visiva e concettuale.
Tutti i personaggi di Earthbound sono scritti bene, spesso strumenti di satira come accennato prima, ma vorrei soffermarmi un secondo sul vero antagonista principale, colui che ci metterà sempre i bastoni tra le ruote; nonostante parta come il tipico goffo e stereotipato bulletto di quartiere, il suo personaggio assumerà una personalità ben più solida con l'avanzare del tempo, acquisendo astuzia e creando strategie sempre più complesse, fino ad arrivare a manipolare lui stesso il male assoluto, trascendendo tempo e spazio, e ce lo troveremo alla resa dei conti con una consapevolezza della realtà estremamente lucida, nella sua follia degenerativa. Un character development atipico, ma interessante.

Earthbound non solo è un buon jrpg, ma, come già accennato, è un'esperienza memorabile per qualsiasi tipo di giocatore, che non annoia mai anche grazie ai suoi continui cambiamenti di prospettiva e alla grande varietà di livelli unici volti a spezzare una eventuale monotonia di gioco.
L'unico vero difetto rimane la macchinosità delle interazioni e della navigazione nei menù. E forse si pecca anche di una mancanza di ost realmente memorabili.
Ma si tratta di briciole, rispetto alla grandezza di un titolo del genere. Tutti obbligati a giocarlo.

Reviewed on Jan 01, 2024


Comments