Bluepoint Games è una software house dall'enorme talento, che, nonostante un esordio nel settore non proprio esaltante, meriterebbe di ricevere tutto il budget possibile per creare un proprio gioco originale, senza passare per remasterizzazioni, porting o remake.
Ad oggi, tuttavia, solo di questi dobbiamo accontentarci (e goderci).

Demon's Souls rappresenta indubbiamente una delle produzioni, in esclusiva Playstation 5, più importanti della nona generazione, specialmente in relazione al comparto grafico. Già con Shadow of the Colossus, in uscita su PS4, si poteva notare tutto il talento degli sviluppatori americani nella cura della realizzazione di ogni dettaglio estetico e dalla rielaborazione artistica del materiale originale, tanto reimmaginata quanto fedele, regalandoci paesaggi maestosi a perdita d'occhio. Con la stessa qualità, anzi, con le dovute migliorie rese possibili grazie all'hardware di nuova generazione, è venuto alla luce il remake dello storico Demon's Souls, un diamante grezzo che avrebbe portato alla creazione di Dark Souls che, a sua volta, avrebbe rivoluzionato il mercato videoludico.
Nel mettere mano ad un'opera di così grande importanza ci sarà sicuramente stato un certo timore reverenziale tra i dev, che purtroppo si è manifestato in alcuni aspetti del gioco in questione; dal ritmo del combattimento alle meccaniche di peso, Demon's Souls Remake non coglie l'occasione di privarsi di elementi ludici che già ai tempi risultavano datati, la cui assenza tuttavia non avrebbe snaturato l'essenza dell'action jrpg di From Software. Il level design di alcune aree di gioco continua a risultare artificiosamente difficile e poco soddisfacente da esplorare, mentre in altri casi si ha la situazione opposta, in cui viene enormemente premiata l'esplorazione, sia ludicamente che visivamente.
All'interno di Demon's Souls, inoltre, sono presenti certe meccaniche che non vengono onestamente spiegate, magari tramite indizi segreti o tutorial, e questo un po' rovina, non tanto la prima, quanto l'esperienza del ng+.

Tuttavia, per quanto siano comprensibili queste ruvidità non eliminate dal gioco, giustificabili con il senso di continuità con l'originale, è inspiegabile come Bluepoint Games e From Software abbiano mancato l'enorme occasione di rimediare alla più grande mancanza di Demon Souls: la sesta arcipietra. Originariamente, tale livello, fu cancellato dalla produzione per una mancanza di tempo e budget, dunque sarebbe stato perfetto se fosse stato inserito in questo remake, rinato dai progetti e dagli appunti del team di From. Ciò, purtroppo, non è mai avvenuto, lasciando l'amaro in bocca non tanto a chi giocava a DS per la prima volta (me compreso), quanto ai fan di vecchia data, dai tempi PS3.

Un altro aspetto rimesso a nuovo in questo remake è la colonna sonora, sempre molto fedele all'originale ma con diverse tonalità, molto ben riuscite, che donano all'opera un'aura di maggior mistero e di una, per così dire, "epica rassegnazione", manifestata tramite le storie dei personaggi che incontreremo, la quale delineerà l'evanescente lore del mondo di Boletaria & Co.

Pertanto, a far da contraltare ad un gameplay vecchio e spigoloso, ci pensa l'eccellente direzione artistica e sonora, oltre ad una bellissima storia introspettiva ed esistenzialista, nata dalla penna di un allora inesperto (ma futuro maestro) Hidetaka Miyazaki.
Esperienza che ogni possessore di PS5 dovrebbe vivere.

"You fool... Don't you understand? No one wishes to go on..."

Reviewed on Apr 11, 2024


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