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in the past


"Did I do the right thing?"

Lisa: The Painful è un giavellotto d'acciaio incandescente scagliato a tutta forza verso il giocatore, nelle cui più profonde viscere penetra e si contorce, amplificando il dolore man mano che la storia progredisce.
Esistono tanti videogiochi capaci di colpire nell'animo, magari tramite l'esplorazione di tematiche personali o risvolti narrativi che aumentano l'empatia verso certe scene, ma mai come in questo caso burattino (il protagonista) e burattinaio (il videogiocatore) condividono la stessa anima, nella - quasi assente - gioia e nel - frequente - dolore.

L'intricata e complessa trama di questo indie, sequel spirituale di "Lisa: the first", ruota attorno a Brad Armstrong, un uomo burbero, solitario e dall'oscuro passato, che vedrà sconvolgere la sua vita in seguito alla scoperta di una neonata abbandonata in un mondo post-apocalittico, in cui follia e depravazione hanno avuto la meglio su ragione e umanità; Brad decide dunque di "adottarla" per tenerla al sicuro, ma, diversi anni dopo, questa ragazzina verrà rapita. Il protagonista, uomo ormai divenuto vecchio e stanco, deciderà di intraprendere un lungo viaggio per, a suo dire, trovare la giovane e salvarla dallo sfruttamento del mondo.
Ciò che colpisce maggiormente di tutta questa drammatica epopea è proprio la caratterizzazione di Brad, che per il suo ruolo nella narrazione dovrebbe essere considerato un eroe, e probabilmente è proprio quello che crede di essere, ma se osservassimo con uno sguardo più distaccato il susseguirsi di eventi e scelte, capiremmo quanto in realtà dovrebbe essere considerato alla stregua dei più beceri villain, e ciò si riflette parecchio sulla vita di tutti i giorni, su quanto sia relativa la barriera che separa il bene dal male. Quanto diritto abbiamo di decidere anche per i nostri cari cosa sia giusto o sbagliato? Non è la stessa "protezione" una forma di violenza? Oltre a questi concetti, il protagonista di LTP viene presentato come un uomo estremamente fallibile, un drogato, una persona che fa di tutto per farsi detestare ma che, al tempo stesso, pretende l'amore e l'affetto di chi gli sta intorno.
In sostanza, Brad siamo noi!
Chi per un aspetto e chi per un altro, troverà parecchia affinità con un personaggio di fantasia, colui il quale sarà chiamato a compiere diverse scelte morali che, per quanto non avranno ripercussioni sulla storia, saranno drasticamente importanti a livello di gameplay; in questo modo non è tanto il gioco a soffrire, ma siamo noi, persone reali, a subire le conseguenze delle NOSTRE scelte. E non si parla di cose di poco conto, ma di eventi che porteranno a interi rimescolamenti delle strategie messe a punto dall'inizio del gioco.

Lisa: The Painful, a differenza del suo predecessore, si presenta come un gioco di ruolo a turni occidentale, con piccoli elementi platforming, parecchio ispirato nelle meccaniche e nell'assurdità di certi combattimenti ai capolavori di Shigesato Itoi, ovvero i Mother.
Sebbene le lotte in sè per sè siano molto basilari, con qualche piccola apprezzabile eccezione, a rendere il gameplay loop più vario e divertente ci pensano i nostri compagni di squadra. Il nostro party sarà composto, come in molti giochi di questo tipo, oltre che dal protagonista, da tre individui, che possiamo "arruolare" nel nostro team tramite o, semplicemente, un pagamento, oppure piccole quest secondarie a loro collegate. Il mondo di gioco sarà pieno zeppo di possibili componenti del party, quindi non solo potremmo spezzare la "monotonia" della quest principale andando a svolgere attività differenti, ma in più avremmo una maggiore personalizzazione dello stile di combattimento e delle tattiche di gioco. Ogni npc avrà le sue peculiarità, talvolta nonsense o esagerate, e sarà sempre un piacere intercambiarli per provarli in battaglia.
Altra peculiarità di LTP è la sconfinata lista di bonus e malus, che fortunatamente non bisogna imparare a memoria grazie ad un piccolo reminder durante le lotte, alcuni dei quali rappresentano status più classici come "rabbia", "ustione" o "sanguinamento", mentre altri si differenziano per il loro "realismo", come per esempio "ubriachezza", "astinenza" o "imbarazzo" e così via. Purtroppo però solo pochi sono gli status realmente importanti e più frequenti in battaglia, dunque non sarà possibile creare build ad hoc per sfruttare al meglio determinati malus o bonus.

Il comparto artistico di questo gioco mi lascia interdetto: se da una parte mi sento di lodarlo per la sua capacità di creare scene suggestive, talvolta anche molto disturbanti, con pochissimo materiale a disposizione, dall'altra parte non posso che mostrare un certo disappunto nel vedere una scarsa varietà sia di ambientazioni che di nemici. Una parte interessante di questo setting distopico era la presenza di creature (un tempo umane) mostruosamente deformate; si aveva dunque la possibilità di creare un proprio vasto catalogo di atrocità viventi in stile "Fear & Hunger", ma ciò non è avvenuto. I nemici diversi dai semplici umani incattiviti, anch'essi dal design non troppo brillante, sono troppo pochi e molti sono simili tra loro. Stesso discorso, con ancor più convinzione, va fatto alle ambientazioni che, ok che si tratta di un setting apocalittico in cui tutto è appassito, ma riproporre per 10 ore di gioco praticamente gli stessi asset con colori e filtri leggermente diversi viene a dar noia.
Fortunatamente, in questo caso, viene in soccorso il buon level design a distogliere l'attenzione del giocatore.

Tirando le somme, Lisa: The Painful è una perla rara che, sebbene sia imperfetta, nessun amante del videogioco in quanto arte dovrebbe lasciarsi sfuggire, anche se la difficoltà, pur regolabile, potrebbe risultare proibitiva per la maggior parte delle persone. Ma si sa, il fallimento fa parte della vita e tutto quello che possiamo fare, come il nostro Brad, è cercare di accettarlo, per il bene nostro e di chi ci sta intorno.

"You don't understand. I've been dead for 35 years. Today is the day I live."

100/10

a adição das conversas na fogueira melhorou 999% o jogo

whatever the opposite of femboy undertale is