La Tigre è stata senza dubbio importante.

L'unica pecca, forse causata dall'esperienza di The Stanley Parable, è il falso senso di libera interattività: puoi maniare un sacco di cose, ma ciò influisce poco o nulla sull'esperienza; a volte non ho percepito coerenza tra quello che io come giocatore volevo fare e ciò che il personaggio protagonista fa (un esempio: i telefoni).

Mai visto in un gioco categorie di speedrun del tipo: "anal%".

Riesce perfettamente nel suo intento: buttarti nel Dungeon of Fear & Hunger e farti inculare da qualsiasi orrore che trovi lì dentro. Purtroppo è stato lasciato in un "semi stato incompleto", tra bug e softlock molto irritanti.

The darkest Zelda game.

Amplia e migliora le meccaniche del primo capitolo, e il setting è interessantissimo. Una pecca è l'assenza di una difficoltà intermedia tra la "normale" e la "MASOCHIST MODE". Si è anche persa parte dell'oppressione del primo capitolo, in favore di un approccio più JRPG classico e epico anziché della meschinità originale.

Concettualmente molto bello, e soprattutto nella prima metà fa un utilizzo vivace del suo modo di rompere la quarta parete. Purtroppo, nonostante i livelli non decrementino di intensità orrorifica, va sempre meno a mancare l'originalità nell'interazione tra utente e gioco, portando spesso ad espedienti già visti.

2008

Sono stato purificato.

Ganzissima storyline e setting. Il gameplay diventa noioso alla lunga, ma fortunatamente non è troppo lungo.

Figa la scelta di rendere i comandi scomodi. Per il resto, carino ma nulla di rilevante. Sarà stato un mio errore di comprensione, ma non ho capito perchè il bad ending si ottiene in un modo e il good ending nell'altro.

Più soddisfacente di quando hai uno stronzo e non riesci proprio a farlo uscire ma alla fine spingi ed ecco l'acqua che fa plop.

Davvero strano e interessante. E' stato incredibile sudare freddo a causa di Super Mario, e i personaggi ti entrano in poco tempo nel cuore.

Still feel quite hungry...

Se ti ci metti d'immersività è davvero una gemma, ti fa calare nei panni di un uomo del medioevo anche fornendoti molte informazioni storiche affidabili. Una grande pecca è l'AI degli NPC, orribile; è anche abbastanza buggato, soprattutto per quel che riguarda le interazioni con gli NPC. Per il resto è iun buon prodotto, e nonostante la storia semplice ti prende soprattutto per il carisma di alcuni personaggi e del loro coinvolgimento con Henry, il protagonista del gioco.

Incredibile il quantitativo di "gasp" che un giochino del NES mi ha fatto provare. Credevo di giocare il Super Mario dei poveri, e invece un sacco di canoni della serie partono da qui.
Eccezion fatta per alcune pianure con i soliti tre koopa che ti vengono incontro o gli ansiogeni livelli a tema pesci smack, il gioco propone spesso situazioni differenti e a difficoltà crescente. La più grande pecca è l'ingiustizia di alcune trovate, tipo i castelli labirinto, e in generale i mondi 7 e 8 diventano degli incubi (più stressanti che piacevoli, ma era uno dei pochi modi al tempo di aumentare la longevità). Con sole tre vite per completare il gioco, le monete rappresentano delle risorse FONDAMENTALI, e non mi spiego come molti titoli famosi ben più moderni non sappiano farti sentire così attaccato alla grana. Deludente il finale, avrei voluto una linea di dialogo in più per Peach e dei titoli di coda.

Non ho idea delle scelte di design del livello 6-3, ma è impossibile che nessuno non ci abbia mai fatto una creepypasta al riguardo.

Gioco che nonostante il materiale di riferimento riesce ad avere una propria riconoscibile identità. Gioca ulteriormente con certe meccaniche già abbastanza flessibili nel gioco originale, soprattutto il combattimento.
La storyline è carina, seppur giustamente limitata dalla sua natura di pseudo-prequel.
I personaggi abbracciano a pieno il lato più "bambinesco" dei personaggi di Toby Fox, andando tuttavia a tralasciare l'aspetto più adulto (escluso Flowey, che incredibilmente non è lui che va ad aggiungere valenza al titolo, bensì lo stesso gioco ad essere capace di aumentare positivamente lo spessore del personaggio originale).
Il finale pacifist un po' troppo cheesy, così come mi sono sentito un po' cringiato dalla piega assunta dal personaggio della donna volpe, ma chi sono io per giudicare "cheesy" e "cringe" un prodotto di Undertale?

Ace Attorney gli fa una pippa. Gioco che davvero ti mette nei panni di un avvocato, che ti fa sentire il peso delle tue scelte e capacità eloquenti, che ti fa vivere il contrasto tra giustizia ed etica, che mette alla luce le problematiche del sistema giudiziario...

Come scrive l'autore nel suo sito, è un giochino molto sperimentale per quel che riguarda il gameplay: offrire a ogni schermata modalità di gioco diverse e che non ti facciano mai sentire nella comfort zone; tuttavia, ironicamente, una durata più lunga avrebbe annacquato di più l'esperienza, e spiego ora il mio perché: molti cambiamenti di gameplay durano POCHISSIMO, a tal punto che a volte non ho manco capito come si giocasse una determinata sezione; inoltre, il fatto che morendo solo poche volte ti faccia immediatamente cambiare sezione di gioco non fa altro che aumentare la confusione e diminuire invece il tempo che abbiamo per apprezzare i vari cambiamenti repentini.
Il sistema di "morte" è spiegato come un tentativo di premiare i giocatori più bravi (o fortunati) con livelli altrimenti irraggiungibili, ma ciò non fa che rendere l'esperienza più frustrante per coloro che vogliono cimentarsi in questo pazzo completismo. Aggiungo che nonostante i molti cambiamenti di gameplay, ritengo solo pochi davvero vari, con una maggior parte che invece si trattiene sul muovere l'avatar nelle 4 direzioni cardinali e al massimo sparare.
La storia non c'è bisogno di spiegarlo: è una non-sensata fine a sé stessa.

Giocato solo in multiplayer, e sono le interazioni tra compagni di gioco il clue di questo titolo. Con un roaster di nemici semplici e altrettanto letali (è il titolo del gioco, ahahahaahahahahahHSAHAAHAH), e condizioni ambientali che definire avverse è un eufemismo, questo titolo ti dà un bell'ambiente per interagire e cooperare con gli altri.
Ancora è in accesso anticipato, e si capisce dall'inconcludenza e non ergonomicità di certi aspetti, ma è già un buon prodotto.
I momenti più tesi li ho avuti quando in alcuni momenti mi sono ritrovato da solo, chiamando per i miei compagni e scagazzandomi per i buoni effetti sonori e i pericoli dietro l'angolo.